Come devono essere preparati i bambini per affrontare tutto
(o magari anche solo un pezzettino) il Cammino di Santiago?
Preparazione fisica, ma non solo
Quando si parla di imprese del genere si pensa innanzitutto
alla preparazione fisica che sicuramente è uno degli aspetti più importanti e
da non sottovalutare; è indispensabile che il bambino sia allenato a camminare per
poter affrontare tappe che, pur essendo più corte di quelle proposte dalle
guide, sono impegnative e richiedono loro di camminare molto più a lungo di
quanto sono abituati a fare. Se poi gli sarà richiesto di portare un piccolo
zaino (sempre senza superare il 10% del suo peso corporeo) dovrà essere
allenato a camminare anche con quello.
Nel caso dei piccoli pellegrini la preparazione al cammino è
utile anche per permettere ai genitori di conoscere bene i loro ritmi.
Camminano di più all’inizio o alla fine? Hanno bisogno di tante piccole soste (più
probabile) o di poche soste, ma prolungate? Quali sono gli espedienti che
funzionano di più nei momenti di crisi? A tutte queste domande sarebbe meglio
saper rispondere prima della partenza per evitare di trovarsi nel bosco tra
Roncisvalle e Zubiri a dover fronteggiare pianti e piedi puntati senza saper
cosa fare. Quindi ben venga un’ottima preparazione atletica!
Saper fare
È vero che il camminare è l’attività preponderante per un
pellegrino, piccolo o grande che sia, ma ci sono altri aspetti che noi diamo
per scontati e che invece per i nostri piccoli potrebbero essere imprese
altrettanto ardue che attraversare la Meseta. Ma anche i grandi si stancano
lungo il cammino ed avere dei figli più autonomi che non richiedono di correre ogni tre per due
(conoscono bambini di otto anni che non si versano neanche un bicchier d’acqua)
può essere un aiuto per tutti. Ogni genitore sa fino a dove il proprio figlio
può fare da solo e dove deve intervenire un adulto, io, che sono una mamma pigra, devo dire che ho
dei figli abbastanza autonomi, ma si può ancora lavorare su qualche cosa. Ecco
quindi la mia lista dei Saper Fare da conquistare prima di partire.
1 Saper fare la doccia da soli. Le docce degli albergues non
sono come quelle di casa. Devono sapere come gestire le mini bottigliette di
doccia shampoo senza sprechi ed andare in doccia con l’accappatoio senza
bagnarlo completamente durante il lavaggio. Se poi si riuscisse anche ad
ottenere un sufficiente livello di igiene e pulizia allora sarebbe il massimo
davvero.
2 Saper usare i bagni pubblici. Ogni tanto ci capita di
portarli in bagno nei locali pubblici e sappiamo cosa vuol dire. Che nei bagni
pubblici non si tocca nulla (o il meno possibile) già lo sanno, ma sarebbe bene
che imparassero anche ad utilizzare i copri water e le temutissime turche.
3 Sapersi allacciare gli scarponcini. Non è indispensabile,
ma sarebbe bello se fossero autonomi anche in questo.
4 Sapersi adattare a mangiare quello che c’è. Non stiamo
andando in mezzo al deserto, in genere si trovano bar con alimenti
commestibili, ma può essere che i bambini si mettano in testa che una cosa non
la mangiano e che ne vogliono un’altra assolutamente irreperibile nel giro di
poche centinaia di metri.
5 Saper camminare lungo strade carrabili senza marciapiede. A
seconda di dove si abita i bambini potrebbero essere già abituati a farlo o
meno, ma, anche se sono già abituati, i molti chilometri percorsi in sentieri
in cui possono camminare liberamente potrebbero portarli ad affrontare nello
stesso modo i tratti di carretera trafficata. Devono quindi capire che si deve
stare sul bordo della strada, vicino ad un genitore e che non si può correre.
Le raccomandazioni più importanti
Infine, ma forse prima di tutto, dovremmo insegnare ai
bambini come interagire con le altre persone. Lungo il Cammino si fanno
tantissimi incontri, questo lo ha già capito anche mia figlia solo vedendo i
miei video e le foto, si diventa amici e si raggiunge un livello di profondità
dei rapporti che difficilmente si ritrova in altri contesti (soprattutto con
persone appena conosciute). È uno degli aspetti che mi piace che i miei bambini
colgano e vivano. Ma è giusto che i bambini imparino a fidarsi di tutti a
prescindere? Credo che sia fondamentale
anche qui, come a casa, insegnare loro che prima di fare qualunque cosa,
compreso fidarsi di una persona e seguirla, devono chiedere il permesso ai
genitori o alle persone da loro indicate.
Detta così sembra un’ovvietà, ma quando ci si trova nel bel
mezzo del Cammino le percezioni nei confronti degli sconosciuti cambiano
completamente, si è portati a fidarsi di chiunque. Elisabetta Orlandi racconta
nel suo libro Un milione e Ottocentomila passi che un giorno il piccolo Joan si
lamentava e non voleva proseguire e lei, non sapendo che altro fare, lo ha
affidato ad un uomo che passava, se non ricordo male, con una sorta di
monopattino per portarlo al pueblo seguente. Solo dopo qualche istante si è
resa conto che aveva appena affidato il bambino ad un perfetto sconosciuto che
lo ha portato via ad una velocità che per lei, a piedi e con lo zaino, era
assolutamente irraggiungibile. Fortunatamente tutto è andato bene, però questo
episodio è molto significativo e fa comprendere perché si debba insistere su un
aspetto che nel quotidiano si dà abbastanza per scontato.
Insomma, i bambini si possono preparare al cammino e credo
che il modo migliore per farlo sia quello di far rientrare questa “preparazione”
nell'ambito delle cose normali che si fanno, senza far pesare che devono
imparare questo o quell’altro per fare il Cammino di Santiago. I bambini che
arriveranno più preparati saranno quelli che già nel loro quotidiano vivono gli
aspetti di cui abbiamo parlato.
Ultrya!
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