martedì 19 agosto 2014

Gita in Engadina da Samedan e Alp Muntatsch

Mi sarebbe piaciuto tornare dalla montagna e raccontare le tantissime gite fatte da una parte all’altra dell’Engadina e invece …. 
Invece è successo quello che è successo un po’ ovunque: pioggia a catinelle!

In ogni caso una gita siamo riusciti a farla e qui di seguito ve la racconto:

Alp Muntatsch

Siamo andati con la macchina al parcheggio del Poligono di Samedan, vicino a St. Moritz, poco dopo Celerina, e abbiamo lasciato lì l’auto. 


Dal parcheggio parte una stradina che fino all’arrivo all’alpe è larga e fattibile per chiunque. All’inizio c’è un po’ più di pendenza e devo dire che i bambini hanno cominciato a lamentarsi da subito della fatica, poi la salita si fa più lieve, ma abbastanza costante fino all’arrivo all’alpe. L’intero percorso è nel bosco ed ombreggiato ed il panorama sull’Engadina si scorge a tratti (peccato per l’aeroporto che lo rovina).  

Da un certo punto in poi l’inventa storie è diventato una necessità e, ancora una volta, è stato evidente che le lamentele dei bambini riguardo la fatica, la salita, la stanchezza ecc… erano tutte indistintamente riferibili alla noia! Appena cominciava la storia le lagne finivano e si procedeva bene ad ogni pausa della storia si ricordavano di quello che stavano facendo e ricominciavano le litanie. Utilissimi all’inventa storie sono stati i numerosi (e velenosissimi) funghi che facevano continuamente capolino nei boschi accanto alla strada.
Nota: sarebbe bene ad essere in due a raccontare storie, giusto per riposare un po’ la voce e riprendere fiato!
Dopo circa una mezzoretta si arriva ad una piccola Malga (Alpetta) e qui si trova una fontana. L’arrivo all’Alp Muntatsch è dopo circa un’ora e mezza. Qui si trova anche una malga aperta al pubblico. Il panorama, se la giornata è bella, è davvero mozzafiato, noi ne abbiamo goduto poco perché soffiava un vento freddo che ci ha costretti a scendere subito dopo aver mangiato.

Se lo si desidera si può continuare a salire e in un’altra ora e mezza arrivare a cima Cho dla Valletta a 2496m da dove il panorama dicono sia impareggiabile.
Sulla via del ritorno (che è la stessa dell'andata, ma meglio fermarsi al ritorno) divertenti costruzioni con i tronchi. Giochi per bambini? Non lo sappiamo, ma per noi sì!

Scheda gita
Da Samedan a Alp Muntatsch
Zona
Grigioni – Engadina - Svizzera
Partenza
Parcheggio del Poligono di tiro di Samedan
Arrivo
Alp Muntatasch
Parcheggio auto
Ampio al Poligono di tiro o, se è pieno, poco prima.
Tempo di percorrenza per l’andata
1.45 minuti
Distanza per l’andata
3 km circa
In pianura
-
In salita
3 km
In discesa
-
Dislivello
Fino all’Alpetta 126 m

Fino all’Alp Muntatasch 386 m (dalla partenza)

Fino a Cima Cho Dla Valletta 696 m (dalla partenza)
Acqua
Una fontanella all’Alpetta e Malga ad Alp Muntatasch
Punti di ristoro
Alp Muntatasch
Ombra
Su tutto il percorso fino a poco prima di Alp Muntatasch
Passeggini
Tratti esposti
No
Attrezzatura
Scarpe con suola carrarmato o scarponcini da trekking

venerdì 8 agosto 2014

Buone Vacanze

Buone vacanze, 
noi andiamo a camminare 
in Svizzera, nei Grigioni, 
quando torniamo vi raccontiamo tutto.


Quale Cammino fare con i bambini?


Chi come me sta pensando di fare il pellegrinaggio verso Santiago di Compostela si sarà reso conto che in realtà non esiste una sola strada che porta alla tomba dell’apostolo, ma i Cammini sono tanti, diversi tra loro sia per la lunghezza che per le difficoltà che sono diverse a seconda dei territori e dei climi che si incontrano. Mi sono guardata un po’ in giro e ho messo insieme le informazioni dei siti ufficiali, le testimonianze di alcuni pellegrini che li hanno percorsi e quel minimo di esperienza personale e ho ricavato un quadro che permette di capire cosa aspettarsi e quale cammino scegliere.

Ovviamente la disanima che abbiamo fatto non ha la pretesa di esaurire quanto si può dire sui vari Cammini, abbiamo piuttosto cercato le informazioni che ci interessano per inquadrarne le caratteristiche principali e per approfondire in seguito la ricerca di informazioni su quelli che ci sembrano più fattibili.


Le tracce dei vari Cammini sono fatte da me giusto per indicarne in linea di massima il percorso, su Eroski (Spagnolo) troverete mappe molto più dettagliate con altimetrie e tutte le informazioni utili su rifugi, ostelli e alberghi.
Cliccate sul nome del Cammino per aprire le pagine corrispondenti













lunedì 4 agosto 2014

Ho letto: Il Cammino immortale di Rufin

Tra le migliaia di pellegrini che percorrono il Cammino ogni anno capita ogni tanto che ci sia qualcuno che sappia anche scrivere, scrivere bene intendo, uno scrittore magari. Può anche succedere che il suddetto scrittore percorra il Cammino senza la minima intenzione di volerne trarre un libro, un diario tanto meno, ma che nel corso di un pranzo, qualche anno dopo, il racconto di quell’esperienza faccia riemergere vividamente i ricordi come se si fosse conclusa il giorno prima e che “…immagini di cieli smaglianti e di sentieri fangosi, di ermitas solitari e di coste battute dalle onde…” irrompano improvvisamente nella vita  quotidiana. Perché “…nel carcere della memoria il Cammino si destava, sbatteva contro i muri, mi chiamava (…) tirando il filo, è tornato tutto”

Solo alla conclusione del suo libro Jean Christophe Rufin ci svela come ha cominciato a scrivere questo racconto personale, profondo, ironico e disincantato di un’esperienza in costante bilico tra l’atletico e lo spirituale, tra lo zen e l’arte di preparare lo zaino, tra un’immersione nella natura che lo porterà al limite del Panteismo e i chilometri di attraversamenti delle nuove lottizzazioni sulla costa nord della Spagna.

Percorrendo il Cammino del Nord, dopo aver scelto di andare a Santiago quasi per caso, scoprirà tutte le bassezze a cui il pellegrino “forzato del Cammino” accetta di sottoporsi con gioia e umiltà per mantenere il suo status di camminante in povertà e che le privazioni non riguarderanno solo i beni e le comodità quotidiane, ma anche le aspettative che chiunque ha alla partenza di una simile impresa. Il pellegrino parte sapendo che potrà contare solo su ciò che si porta dietro, che dovrà accontentarsi di dormire e lavarsi in posti che in altre occasioni definirebbe squallidi e che la fatica metterà a dura prova il suo fisico, ma non mette in conto che non sempre le sue aspettative riguardo al paesaggio, agli incontri, ai luoghi attraversati saranno rispettate e solo camminando a lungo si può arrivare a comprendere che anche quelle rinunce e accettazioni fanno parte del Cammino e che solo accogliendole si può diventare Vero Pellegrino.

La sintesi che Rufin fa del suo pellegrinaggio è quanto meno originale se la si confronta con il vissuto di altri autori: “Quando sono partito per Santiago non cercavo niente e l’ho trovato”; l’impressione che ho avuto io leggendo il libro è che invece Rufin sia in costante ricerca e che sulle strade del Cammino del Nord abbia intravisto qualche cosa, per questo nelle ultime due righe del libro annuncia che sta per ripartire come tutti noi del resto.

Il Cammino immortale - La strada per Santiago
di Jean-Christophe Rufin 
Ponte alle Grazie 2013


Ultreya!

domenica 3 agosto 2014

Chi può ricevere la Compostela?

Chi ha fatto il pellegrinaggio, risponderete voi. 

Ma per aver compiuto il pellegrinaggio è sufficiente aver camminato a lungo su un determinato percorso ed essere giunti alla meta prestabilita? Il pellegrinaggio ha storicamente una connotazione religiosa e, nell’intento di chi gestisce la distribuzione delle Compostele è ancora così, anche se meno della metà delle persone che lo percorrono dichiara scopi religiosi.

Ma andiamo per ordine e, alla fine, arriveremo anche ai bambini.

La Compostela è un documento che viene rilasciato ai pellegrini che giungono a Santiago a piedi ed hanno percorso almeno gli ultimi 100 km a piedi o a cavallo o gli ultimi 200 km in bicicletta. A testimoniare che la strada richiesta è stata effettivamente percorsa ci sono i timbri sulla Credenziale che ogni pellegrino fa apporre ogni volta che si ferma a dormire o fa delle soste.

Da quello che ho potuto capire, negli ultimi anni, pare che all’Oficina de Peregrinos a Santiago siano diventati particolarmente severi nei controlli e che, soprattutto per coloro che percorrono solo l’ultima parte, siano richiesti più timbri al giorno. Conviene quindi farsi apporre un timbro ogni volta che ci si ferma in un bar o a visitare qualche chiesa.

Ma ci sono pellegrini che, anche avendo percorso quello che ad oggi, almeno in Italia, è ritenuto il percorso completo da Saint Jean Pied de Port a Santiago potrebbero non vedersi consegnare la Compostela e sono coloro che hanno dichiarato di aver percorso l’intero tragitto per motivazioni diverse da quelle religiose, ad esempio per motivi sportivi, culturali, ecc… In questi casi viene rilasciato un documento di Benvenuto che però non è la Compostela, anche se sono sicura che a coloro che percorrono il Cammino di Santiago con motivazioni diverse da quelle religiose non interesserà avere un documento religioso, ma saranno felici di ricevere una carta “civile” che attesti l’arrivo a Santiago.

Da poco tempo è possibile, pagando un piccolo contributo, ricevere il Certificato di Distanza (sempre all’Oficina de Peregrinos), un documento che attesta data e luogo di partenza, data e luogo di arrivo e Cammino percorso. Che dire? Una succulenta prelibatezza per tutti quei pellegrini che amano distinguere quelli che hanno fatto tutto il percorso (da casa?) rispetto a quelli che ne hanno fatto solo un pezzettino.
Se poi ci si volesse fregiare di un ulteriore attestato di tipo atletico si potrebbe proseguire a piedi fino a Finisterrae e richiedere, sempre mostrando un congruo numero di timbri, la Finisterrana (o Muxiana, a seconda di dove si giunge a piedi).

E i bambini? Qui bisogna aprire una parentesi. I piccoli pellegrini che giungo alla tomba dell’Apostolo a piedi o in passeggino hanno una motivazione religiosa che li ha spinti fino alla meta? Probabilmente no, ma come fare a distinguere coloro che ce l’hanno da quelli, la maggior parte, che hanno camminato per seguire mamma e papà? La regola è chiara, se hanno più di dieci anni e se hanno fatto la Prima Comunione (qui la notizia) si ritiene che possano aver raggiunto una coscienza chiara di quello che stanno facendo e per questo motivo solo ai bambini con una di queste caratteristiche  verrà rilasciata la Compostela, tutti gli altri dovranno farsi bastare il documento di Benvenuto.

Devo dire che di primo acchito questa cosa mi fa storcere il naso. Come? Il mio piccolino che ha fatto la stessa mia fatica, forse di più, e non può ricevere alla fine lo stesso “premio” che ricevo io? Se il pellegrinaggio fosse una sorta di gara di resistenza questa sarebbe un’ottima obiezione, ma per fortuna non lo è, non è previsto nessun premio all’arrivo e se la Compostela richiede oltre all’attestazione del percorso compiuto che siano anche chiari gli intenti religiosi è così, punto e basta. Non è obbligatorio andare a Santiago, non è obbligatorio ricevere la Compostela e se si decide di fare questo genere di esperienza se ne accettano le regole per come sono, basta conoscerle.


Trovo anzi positivo e generoso che si sia voluto pensare anche a tutti coloro che percorrono il Cammino per motivazioni personali producendo certificati che attestino il percorso compiuto, con un occhio di riguardo anche a coloro, e sono tanti, per i quali sono fondamentali tempo e strada percorsa.
"A cosa serve ricevere la Compostela se perdi il pellegrinaggio?" Parafrasando S.Ignazio di Loyola da Jacobeo.net

sabato 2 agosto 2014

Cammino di Santiago, come preparare i bambini

Come devono essere preparati i bambini per affrontare tutto (o magari anche solo un pezzettino) il Cammino di Santiago?

Preparazione fisica, ma non solo

Quando si parla di imprese del genere si pensa innanzitutto alla preparazione fisica che sicuramente è uno degli aspetti più importanti e da non sottovalutare; è indispensabile che il bambino sia allenato a camminare per poter affrontare tappe che, pur essendo più corte di quelle proposte dalle guide, sono impegnative e richiedono loro di camminare molto più a lungo di quanto sono abituati a fare. Se poi gli sarà richiesto di portare un piccolo zaino (sempre senza superare il 10% del suo peso corporeo) dovrà essere allenato a camminare anche con quello.

Nel caso dei piccoli pellegrini la preparazione al cammino è utile anche per permettere ai genitori di conoscere bene i loro ritmi. Camminano di più all’inizio o alla fine? Hanno bisogno di tante piccole soste (più probabile) o di poche soste, ma prolungate? Quali sono gli espedienti che funzionano di più nei momenti di crisi? A tutte queste domande sarebbe meglio saper rispondere prima della partenza per evitare di trovarsi nel bosco tra Roncisvalle e Zubiri a dover fronteggiare pianti e piedi puntati senza saper cosa fare. Quindi ben venga un’ottima preparazione atletica!

Saper fare

È vero che il camminare è l’attività preponderante per un pellegrino, piccolo o grande che sia, ma ci sono altri aspetti che noi diamo per scontati e che invece per i nostri piccoli potrebbero essere imprese altrettanto ardue che attraversare la Meseta. Ma anche i grandi si stancano lungo il cammino ed avere dei figli più autonomi che non richiedono di correre ogni tre per due (conoscono bambini di otto anni che non si versano neanche un bicchier d’acqua) può essere un aiuto per tutti. Ogni genitore sa fino a dove il proprio figlio può fare da solo e dove deve intervenire un adulto, io, che sono una mamma pigra, devo dire che ho dei figli abbastanza autonomi, ma si può ancora lavorare su qualche cosa. Ecco quindi la mia lista dei Saper Fare da conquistare prima di partire.

1 Saper fare la doccia da soli. Le docce degli albergues non sono come quelle di casa. Devono sapere come gestire le mini bottigliette di doccia shampoo senza sprechi ed andare in doccia con l’accappatoio senza bagnarlo completamente durante il lavaggio. Se poi si riuscisse anche ad ottenere un sufficiente livello di igiene e pulizia allora sarebbe il massimo davvero.

2 Saper usare i bagni pubblici. Ogni tanto ci capita di portarli in bagno nei locali pubblici e sappiamo cosa vuol dire. Che nei bagni pubblici non si tocca nulla (o il meno possibile) già lo sanno, ma sarebbe bene che imparassero anche ad utilizzare i copri water e le temutissime turche.

3 Sapersi allacciare gli scarponcini. Non è indispensabile, ma sarebbe bello se fossero autonomi anche in questo.

4 Sapersi adattare a mangiare quello che c’è. Non stiamo andando in mezzo al deserto, in genere si trovano bar con alimenti commestibili, ma può essere che i bambini si mettano in testa che una cosa non la mangiano e che ne vogliono un’altra assolutamente irreperibile nel giro di poche centinaia di metri.

5 Saper camminare lungo strade carrabili senza marciapiede. A seconda di dove si abita i bambini potrebbero essere già abituati a farlo o meno, ma, anche se sono già abituati, i molti chilometri percorsi in sentieri in cui possono camminare liberamente potrebbero portarli ad affrontare nello stesso modo i tratti di carretera trafficata. Devono quindi capire che si deve stare sul bordo della strada, vicino ad un genitore e che non si può correre.

Le raccomandazioni più importanti

Infine, ma forse prima di tutto, dovremmo insegnare ai bambini come interagire con le altre persone. Lungo il Cammino si fanno tantissimi incontri, questo lo ha già capito anche mia figlia solo vedendo i miei video e le foto, si diventa amici e si raggiunge un livello di profondità dei rapporti che difficilmente si ritrova in altri contesti (soprattutto con persone appena conosciute). È uno degli aspetti che mi piace che i miei bambini colgano e vivano. Ma è giusto che i bambini imparino a fidarsi di tutti a prescindere?  Credo che sia fondamentale anche qui, come a casa, insegnare loro che prima di fare qualunque cosa, compreso fidarsi di una persona e seguirla, devono chiedere il permesso ai genitori o alle persone da loro indicate.
Detta così sembra un’ovvietà, ma quando ci si trova nel bel mezzo del Cammino le percezioni nei confronti degli sconosciuti cambiano completamente, si è portati a fidarsi di chiunque. Elisabetta Orlandi racconta nel suo libro Un milione e Ottocentomila passi che un giorno il piccolo Joan si lamentava e non voleva proseguire e lei, non sapendo che altro fare, lo ha affidato ad un uomo che passava, se non ricordo male, con una sorta di monopattino per portarlo al pueblo seguente. Solo dopo qualche istante si è resa conto che aveva appena affidato il bambino ad un perfetto sconosciuto che lo ha portato via ad una velocità che per lei, a piedi e con lo zaino, era assolutamente irraggiungibile. Fortunatamente tutto è andato bene, però questo episodio è molto significativo e fa comprendere perché si debba insistere su un aspetto che nel quotidiano si dà abbastanza per scontato.

Insomma, i bambini si possono preparare al cammino e credo che il modo migliore per farlo sia quello di far rientrare questa “preparazione” nell'ambito delle cose normali che si fanno, senza far pesare che devono imparare questo o quell’altro per fare il Cammino di Santiago. I bambini che arriveranno più preparati saranno quelli che già nel loro quotidiano vivono gli aspetti di cui abbiamo parlato.


Ultrya!

Ho letto: Il bastone e la conchiglia – Guida pratica e spirituale al Cammino di Santiago

Ho trovato questo libretto nel reparto dell’usato e devo dire che probabilmente chi lo possedeva prima di me non lo ha portato con sé durante il pellegrinaggio; lungo il Cammino ho visto guide bagnate, piegate, a cui è stata tolta la copertina o venivano staccate le pagine relative alle tappe già percorse per ridurne il peso e questo libro non ha decisamente l’aspetto di essere stato dove consiglia di andare. Meglio per me che me lo gusto come nuovo!

Si tratta di un libretto formato A5 con la copertina semirigida di 192 pagine che pesa 218 grammi. Di solito il peso di un libro non è uno dei primi aspetti che si considerano nello scriverne una recensione, ma nel caso di una guida per un pellegrinaggio zaino in spalla in cui si contano anche i grammi delle lamette per farsi la barba il peso della guida che si sceglie è fondamentale.

Contenuti

La guida è divisa in tre parti più delle appendici.

Nella prima parte vengono affrontati aspetti storico- culturali e religiosi legati a Santiago de Compostela, ai pellegrinaggi nella storia e alla storia di questo pellegrinaggio spagnolo.

Nella seconda parte le autrici hanno raccolto tutte le informazioni utili a chi voglia affrontare il pellegrinaggio, dal come arrivare ai punti di partenza a cosa mettere nello zaino, da come prevenire le ampollas a dove dormire e mangiare c’è tutto (o quasi) quello che vuol sapere ogni futuro pellegrino.

Nella terza parte viene illustrato il percorso paese per paese con delle indicazioni sintetiche (molto sintetiche) relative agli alloggi e agli altri servizi che vi si trovano, oltre ovviamente alle indicazioni chilometriche e altimetriche fondamentali. Questa parte è ovviamente aggiornata alla data di stampa.  Sempre in questa terza parte sono raccolte, intervallate ogni 25 chilometri circa, delle preghiere, benedizioni e tratti di salmi utili per coloro che affrontato realmente il Cammino come pellegrinaggio religioso. 
Nelle appendici sono raccolte delle brevi recensioni di libri, siti internet e film legati al Cammino di Santiago.

Il mio punto di vista

Una guida utile per chi predilige la carta stampata; le informazioni contenute nel libro sono, attualmente, facilmente reperibili on-line sia quelle relative alla storia che quelle più pratiche. Le informazioni relative alle possibili tappe (a differenza di altre guide non è diviso in tappe) sono molto sintetiche ed essenziali e le spiegazioni circa ciò che si incontra lungo il cammino sono molto scarne. Utile da leggere prima di partire, meno da portare con sé lungo il Cammino a meno che non interessi la parte più Spirituale della guida (parte che manca a molte delle pubblicazioni analoghe).

Avere una guida con preghiere che aiutano ad affrontare i vari tratti specifici e legate ai vari luoghi che si incontrano lungo la strada è molto importante per i credenti che affrontano il Cammino con vero spirito pellegrino. Il mio consiglio è quello di estrapolarle da questa guida per portarle con sé senza rinunciare al contenimento del peso dello zaino.

Il bastone e la conchiglia – Guida pratica e spirituale al Cammino di Santiago
Francesca Cosi – Alessandra Repossi
Ancora Editrice -2010

Ultreya!